Ospedaletti
L’origine del paese risale agli albori del XIV secolo quando il nobile provenzale, Fulcone di Villaret, Gran Maestro dell’Ordine Gerosolimitano di San Giovanni, ordine dei cavalieri custodi del Santo Sepolcro, venne sorpreso, insieme al suo equipaggio diretto dalla Palestina alla Francia, da una tremenda tempesta nel golfo ligure. La nave affondò, ma il nobile e la sua flotta si salvarono e approdarono a nuoto sulla spiaggia del Giunchetto. Scampati alla furia del mare, decisero di ringraziare san Giovanni Battista, erigendo una cappella. Oltre alla chiesa, i crociati, costruirono un ospizio per fornire assistenza ai pellegrini che si recavano in Terra santa. Da questo ospizio discenderebbe il nome di Ospedaletti che significherebbe, appunto, “luogo ospitale”. Fino alla metà del XIX secolo i pochi abitanti di Ospedaletti trascorrevano la propria vita dedicandosi alla pesca e alla coltivazione di ulivi e limoni, per poi passare alla coltivazione di fiori ed in particolare le rose. La coltivazione delle rose era cosi estesa che Ospedaletti prese il nome di Città delle Rose.La floricoltura si impose come prima economia del paese e Ospedaletti divenne sede del primo Mercato dei Fiori d’Italia. La citazione di Ospedaletti quale salutare località di villeggiatura presso la corte russa dell’imperatrice Maria Aleksandrovna la rese nota ai turisti stranieri. Oltre all’arrivo della ferrovia Genova-Ventimiglia negli settanta del XIX secolo, e quindi all’apertura di una propria stazione ferroviaria, a smuovere il tessuto sociale, economico e turistico di Ospedaletti fu la Société Foncière Lyonnaise che, nell’agosto 1880, scelse il luogo come luogo di vacanza invernale ed estiva e costruì il primo casinò d’Italia che apri i battenti nel 1884! La notorietà della cittadina rivierasca crebbe ancora con l’apertura del circuito cittadino che debuttò come gara di formula 1 nel 1947, venendo inclusa fin dall’anno seguente nel circuito internazionale dei gran premi. L’avventura della Formula Uno vide i più grandi nomi dell’epoca, da Nuvolari a Fangio, Ascari, Bira, Villoresi ecc. e si concluse nel 1951, per lasciare il posto alle gare internazionali di moto che continuarono fino al 1972 e che videro correre i più grandi piloti come Agostini, Pasolini, Mike Hailwood, Spencer, Provini, Saarinen, giusto per citarne alcuni.
Capo Pino e Capo Nero, Sanremo-Ospedaletti
La scala collettiva della vacanza moderna
Capo Pino (1952–1961) e Capo Nero (1957–1962), due complessi residenziali progettati da Luigi Carlo Daneri tra Sanremo e Ospedaletti, segnano un passaggio fondamentale nel modo di concepire l’abitare la vacanza: dalla casa unifamiliare al modello collettivo. Da un turismo alto borghese a un turismo più di massa forse pensato per essere più accessibile, molto diverso dalla Pineta di Arenzano e dai Piani d’Invrea a Varazze. Qui, nell’estremo ponente, Luigi Carlo Daneri progetta una estesa urbanizzazione con spazi e strutture balneari e sportive in un tratto di cosa impervio e selvaggio, tra la via Aurelia e il mare.
Rispetto al piano si realizzano solo due complessi residenziali contigui che seguono la linea della costa su due adottando tipologie diverse, edifici a schiera ed in linea, ricordando il suo essere “moderno”, seguace della poetica di Le Corbusier, senza esserne un manierista bensì adattandola al contesto e al paesaggio. Daneri riesce sempre a domare la scala delle sue architetture rispetto al territorio circostante anche quando, come in questo caso, il progetto viene percepito come una speculazione edilizia. Questo avviene in un contesto storico dove ogni edificio di cemento grida allo scandalo, ma guardando quello che stava succedendo intorno all’intervento di Daneri, con una serie di insediamenti esito di una non progettazione ma realizzati solo per massimizzare il profitto, quella che ieri era considerata una speculazione potrebbe oggi apparire come una possibile risposta nel dialogo tra architettura e paesaggio. Architettura vera e non solo edilizia di sviluppo speculativo residenziale.
Capo Pino (1952-1961) è composto da quattro edifici, uno a schiera, tre in linea, una piscina, una spiaggia artificiale e un porticciolo. Il primo edificio (A) è un insieme degradante di alloggi a schiera addossati alla roccia, mentre di fronte ad esso, verso il mare, si sviluppa orizzontalmente il secondo blocco (B) composto al piano terra da alloggi duplex piccolissimi, più cabine al mare che vere case, a cui si accede con scale in legno che richiamano quelle delle navi, mentre gli alloggi nei tre piani soprastanti hanno nella loggia verso sud, l’elemento caratterizzante l’architettura. Setti verticali di cemento definiscono il ritmo della facciata. Gli altri due edifici declinano con dimensioni diverse e forma del prospetto il tema della casa per vacanza collettiva, ancora con l’uso del cemento armato a vista e il privilegio della vista verso il mare senza ostacolo.
Capo Nero (1957-1962) comrpende quattro edifici residenziali su nove previsti, una piazza, uno stabilimento balneare, una piscina e una torre dotata di ascensore che collega il complesso con la via Aurelia. Il volume è suddiviso in quattro blocchi uniti tra loro mediante le balconate a mare e il basamento, comprende una base a piani digradanti, una passeggiata coperta, come la rue intérieur dell’Unité d’Habitation di Marsiglia di Le Corbusier, con vista mare. I volumi residenziali sono caratterizzati dagli elementi in cemento armato a vista, dalle finestre a nastro e dalle grandi tende parasole di colore verde. All’interno gli edifici prevedono grandi appartamenti (4 per piano) tranne per i piani a quota 7,70 m dove, sul fronte principale, sono sistemati piccoli alloggi.
Programma
Ospedaletti, Martedì 8 Luglio Apertura
18.00 | La Piccola – ex scalo merci
Apertura Edicola del festival
Miramare. Mostra fotografica
21.00 | La Piccola – ex scalo merci
Apertura del festival | Saluti e Presentazione delle azioni del festival
Talk 1 | L’immagine della vacanza, immaginare la vacanza | con gli artisti in residenza: Gaia Cambiaggi, Marco Introini, Emanuele Piccardo
22.30 | La Piccola – ex scalo merci
Proiezione documentari | Des reves de vacance en beton, Regia Reinhold Jaretzky e Marina Collaci
Mercoledì 9 Giornata Workshop e Talk
14.30 – 16.00 | La Piccola – ex scalo merci
Scuola di Architettura per bambini
21.00 – 23.00 | La Piccola – ex scalo merci
Talk 2 | Il paesaggio e la vacanza, tra l’immaginario e le regole. La costruzione del litorale | Roberto Bobbio (Università degli studi di Genova)
Talk 3 | Il paesaggio e la vacanza, tra l’immaginario e le regole. Un patrimonio culturale contemporaneo | Andrea Canziani (Mic – Soprintendenza ABAP Imperia Savona), Andrea Costa (Mic – Segretariato Regionale della Lombardia)
Giovedì 10 Giornata Talk
21.00 – 23.00 | La Piccola – ex scalo merci
Talk 4 | Progettare la vacanza. Piccoli paradisi: i villaggi Valtur | Filippo De Dominicis (Università degli studi dell’Aquila)
Talk 5 | Progettare la vacanza. Immagini dal mondo fluttuante: strategie di adattamento del paesaggio costiero | Vera Scaccabarozzi, Lorenzo Rebediani
Venerdì 11 Giornata Talk
16.30 – 18.30 | Bordighera, via Bel Soggiorno 2/4
Visita guidata alle residenze ATM di Bordighera di Giancarlo De Carlo, IN/Arch Liguria
21.00 – 23.00 | La Piccola – ex scalo merci
Talk 6 | Committenze. Come fare bene il committente in Italia | Luca Molinari (Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli), Gloria Bovio (Dd’A – Dialoghi d’Arte)
Talk 7 | Progettare la vacanza. La lezione di Luigi Carlo Daneri | Emanuele Piccardo (plug-in)
Sabato 12 Giornata Visite guidate
16.30 – 20.30 | complesso Marina di Capo Nero, Ospedaletti.
Visite guidate alle architetture di Ospedaletti e Luigi Carlo Daneri, IN/Arch Liguria
21.00 – 23.00 | La Piccola – ex scalo merci
Chiusura del festival
Saluti e Presentazione della prosecuzione delle attività del festival in Francia
Talk 8 | Il paesaggio, l’ambiente e la letteratura | Alessandro Ferraro (Università degli studi di Genova), Roberto Carvelli
Domenica 13 Giornata Visite guidate
10.00 – 12.00 | complesso Marina di Capo Nero, Ospedaletti.
Visite guidate alle architetture di Luigi Carlo Daneri, IN/Arch Liguria